Il monte Fuji

Aspetti Geografici

Con i suoi 3.776 metri il Monte Fuji è la montagna più alta del Giappone. Si trova al confine tra le prefetture di Shizuoka e Yamanashi, vicino alla costa sull‘Oceano Pacifico dell’isola di Honshū, tra Hamamatsu e Tokyo, da cui dista 100 km e da dove è visibile quando il cielo è limpido.
Alle sue pendici sorgono le tre cittadine di Gotemba a est, Fujiyoshida a nord e Fujinomiya a sud-est, oltre alla pianura di Kantō, la più grande zona pianeggiante del Paese nipponico. È circondato da cinque laghi.

Aspetti Geologici

L’origine del Fuji è assai complessa, la sua topografia ha risentito dell’attività vulcanica cui è stato sottoposto fin dalla nascita.
Secondo la tradizione popolare la montagna si formò in seguito a un terremoto avvenuto nel 286 a.C. ma in realtà esso è classificabile come uno stratovulcano e la sua forma conica regolare e quasi simmetrica è la conseguenza della sovrapposizione di vari strati di lava solidificata e ceneri vulcaniche.

I vulcanologi hanno infatti appurato che l’attuale Fuji è il risultato di quattro distinte fasi nell’attività vulcanica che ne hanno caratterizzato forma e strutture.

La prima, chiamata Sen-komitake, è caratterizzata da un nucleo di andesite recentemente scoperto nella sua parte più interna. La seconda, detta del Komitake Fuji, è uno strato di basalto formatosi diverse decine di migliaia di anni fa. Circa 100.000 anni fa si formò quindi lo Hurui Fuji sulla cima del Komitake Fuji. L’attuale Fuji, Shin Fuji, si ritiene si sia formato intorno ai 10.000 anni fa sulla cima del vecchio monte

Esso è situato sulla faglia che fa parte della cintura di fuoco del Pacifico tra la placca euroasiatica, la placca di Okhotsk e la placca delle Filippine.

Il vulcano si trova proprio sul punto in cui la placca delle Filippine si inabissa a grande profondità sotto quella euroasiatica, con un movimento tettonico che, fondendo le rocce, dà luogo alla formazione di notevoli sacche magmatiche.

L’eruzione Hoei

È tuttora in fase di quiescenza sin dal 1708; l’ultima eruzione documentata iniziò il 16 dicembre 1707 e terminò il 1º gennaio dell’anno successivo. Durante l’eruzione, nota con il nome di eruzione Hōei, l’attuale Tokyo venne ricoperta da uno spesso strato di cenere, mentre il vulcano vide la formazione di un nuovo cratere. Da allora le attività vulcaniche sono ridotte a modeste manifestazioni solfatariche.

Dal punto di vista strutturale, come già detto, il monte Fuji è classificabile come uno stratovulcano, dove questo termine indica un vulcano di forma generalmente conica costituito dalla sovrapposizione di vari strati di lava solidificata, pomici e ceneri vulcaniche. A differenza dei vulcani a scudo, gli stratovulcani sono caratterizzati da pendii piuttosto ripidi (fino a 45°) e da periodiche eruzioni di tipo esplosivo.

La lava che fuoriesce da questi vulcani ha generalmente una viscosità elevata che la porta a percorrere brevi distanze prima del definitivo raffreddamento e solidificazione.

Gli stratovulcani sono anche chiamati vulcani compositi, proprio a causa della loro struttura stratificata, conseguenza degli accrescimenti avvenuti a seguito di eruzioni ripetute. Rappresentano la tipologia più comune di vulcani e sono più diffusi dei vulcani a scudo.

La base del Fuji ha un diametro compreso tra i 40 e i 50 km e una circonferenza di 125 km ed il suo cratere si estende per circa mezzo kilometro raggiungendo una profondità massima di 250 m, il volume totale del vulcano è invece di circa 500 km³

Una conseguenza delle attività vulcaniche e della stratificazione della struttura del Fuji è la presenza di più di 150 flussi lavici solidificati.
Questi flussi hanno a loro volta contribuito alla formazione di numerose grotte naturali di roccia lavica lungo le pendici del monte

Rischio vulcanico e sismico
Il vulcano presenta la stessa pericolosità del Vesuvio (5 VEI). L’attività sismica nella zona non è eccessivamente forte esso è però realmente pericoloso per via della sua posizione nella vasta area urbana di Tokyo con un bacino demografico di 20 mln di abitanti. Il vulcano è monitorato dall’università di Tokyo che analizza tutte le caratteristiche del “monte sacro”.

Si sa ad esempio che il magma del Fuji è troppo “sporco” perché possa raggiungere alte velocità sui pendii del monte.

Il monte si può definire però sotto pressione per via dello stato agitato del magma osservato a 5 km sotto la superficie. Un terremoto in quella
zona potrebbe dare il via ad una massiccia eruzione.
Le scosse di bassa frequenza, che spesso non vengono neppure avvertite in superficie, indicano che il magma sotto il Fuji sia in costante movimento, un magma che però sembra non interessi agli specialisti, che preferiscono le sorgenti che si trovano in pieno oceano e che hanno il vantaggio di essere in contatto diretto con il “magma” puro di origine astenosferica.
Il magma del Fuji deve invece attraversare molte strutture tettoniche che si accavallano e incastrano a vicenda, rendendo tortuoso il suo percorso prima di potere arrivare in superficie.

Clima
Per via dell’altitudine del monte, si possono trovare diversi tipi di clima lungo le sue pendici.
Gran parte della montagna gode di clima alpino. Il clima è quindi rigido, da ciò deriva un basso sviluppo della vegetazione, oltre alle nevi che possono rimanere sulla vetta fino al mese di maggio.
Un altro fenomeno meteorologico legato al Fuji è rappresentato dalle cosiddette nubi lenticolari: esse si formano quando l’aria calda e umida colpisce la montagna e sale lungo i suoi versanti: in questo modo si favorisce la concentrazione del vapore acqueo e la formazione delle nuvole.

Autori