Il Seminario di Muro Lucano

Molti vescovi sentirono vivo il problema della formazione del clero, dell’organizzazione e potenziamento del Seminario diocesano. Quello di Muro era stato aperto 27 settembre 1565 da mons. Filesio de Cittadinis. I vescovi furono interessati al problema del seminario e lamentarono la povertà dei redditi e il saltuario funzionamento. Erano ammessi ragazzi di almeno dodici anni, di legittima nascita e buoni costumi. Il vescovo riorganizzò l’istituto imponendo l’abito talare viola e il pagamento di una retta per chi era ricco oppure proveniva da altre diocesi. Il Coppola elevò il tenore dell’istruzione attraverso una maggiore preparazione degli insegnanti nella grammatica e nelle umane lettere. In seguito l’istituto rimase chiuso per quindici anni finché non fu riaperto da mons. Alfonso Pacella.

Sotto il suo episcopato i dodici alunni vi studiavano la grammatica e la logica, nei giorni di festa servivano la cattedrale. Il Seminario fu il centro più vivo della cultura locale: nella sua biblioteca si trovavano, insieme all’Epistolario di San Gerolamo, le prediche di Simon Porzio Napolitano, Francescantonio di Bitonto, del Franceschino, Panigarola, Ridolfi, Zarrabini e di Padre Ferdinando da Bari.

La ripresa degli anni ’60 influì sul ripopolamento del Seminario. Nella seconda metà del secolo con mons. Carlo Gagliardi il Seminario raggiunse livelli di studi universitari grazie ai legami con la capitale e alle vive influenze culturali dell’Illuminismo. Quest’ultimo impartì personalmente ai seminaristi lezioni di diritto canonico e civile, fece curare la teologia morale, favorì gli studi di grammatica, geometria, greco, logica e canto gregoriano. In Seminario si riceveva una formazione che seguiva regole fondate sull’apprendimento del latino. Gli allievi sostituivano le loro precedenti abitudini di vita e si preparavano ad entrare in società con propri criteri di giudizio e con una autonoma scala di valori che venivano appresi insieme.

Il vescovo Luca Nicola De Luca, vissuto a Napoli e legato al mondo colto della capitale, migliorò il Seminario arricchendone la biblioteca, riorganizzando le materie di studio e rivedendo l’ordinamento interno.

In questo mio Seminario -riferiva al re- ho unito alla lingua latina anche lo studio della lingua greca. Vi s’insegna l’umanità colle solite istruzioni d’antichità romane. Ho voluto che i giovani si esercitassero con maggior agio nello scrivere latino, ed italiano, e loro s’insegnassero i primi elementi della storia sacra e profana, la cronologia e la scienza del calendario e la geografia.

Nell’istesso tempo s’insegna ai giovani la geometria piana e solida, l’aritmetica e trigonometria. Si cominciano poi ad insegnare loro le istituzioni canoniche e civili, seguono quindi tre anni di trilogia dogmatica, e morale coll’indirizzo della lingua Ebrea.

I centoventi allievi, quasi tutti della diocesi, ebbero così modo di perfezionarsi nel latino collegato alla lingua greca, di allargare i loro studi filosofici dalla sola logica, alla fisica e metafisica, di curare la matematica, la geometria, l’aritmetica e l’esercizio della lingua ebraica. Le notazioni dei Padri della Sagra Congregazione del Concilio, riassumono così la sua opera: “Trovò il Seminario in grandissimo dissesto. Non ha mancato però di dare le opportune provvidenze per togliere disordini. Ha ordinato che li giovani avessero una veste più decente e uniforme allo stato ecclesiastico. Ha obbligato quei giovani che sono prossimi al sacerdozio a fare in tutti li venerdì dell’anno un sermone a tutte le comunità. Questo nuovo metodo ha prodotto che numeroso sia il Seminario, essendovi ora 109 giovani”.

Ulteriori apporti alla diffusione delle linee culturali circolanti nella penisola vennero anche dal vescovo Giuseppe Beneventi. Nei due anni di permanenza a Muro, egli acquistò opere sul giansenismo, le opere storiche del Bossuet e del Soria.

A Muro, i giovani che prima apprendevano solo latino, logica e teologia, ora potevano seguire studi più profondi di filosofia, morale e fisica. L’adozione di grammatica contribuiva a mettere in luce la logicità della lingua ed ad avviare un processo culturale nuovo.

Autori