L’Islanda e i suoi vulcani

L’Islanda, ovvero la terra dei ghiacci, è un’isola di origine vulcanica ed è una terra geologicamente giovane (circa 20 milioni di anni) che è stata modellata negli anni dall’azione delle glaciazioni. La nascita geologica di quest’isola si suppone sia stata causata dall’incontro tra la DORSALE MEDIO-ATTLANTICA e un “HOT SPOT” (punto caldo): ciò ha reso possibile la creazione, sul fondo oceanico, di un’intensa attività eruttiva che col tempo ha fatto accumulare così tanto materiale eruttivo da far nascere l’isola islandese.

In quest’isola riescono a convivere fuoco e ghiaccio, infatti ci sono numerosi vulcani ancora attivi situati sotto i ghiacciai e nei fondali marini che circondano l’isola.

Geyser, Islanda: lo spettacolo dell'acqua calda tra eruzioni e vapore
Geyser, Islanda: lo spettacolo dell’acqua calda tra eruzioni e vapore

L’Islanda è famosa per i suoi tanti vulcani e per il fatto che eruttano lava incandescente e possono risvegliarsi senza preavviso. Qui sono presenti tutte le tipologie di vulcani. Questi vulcani sono caratterizzati da un’attività effusiva dominante, nella quale la lava non fuoriesce da un condotto centrale ma da lunghe fessure.

Una caratteristica dei vulcani Islandesi è la manifestazione di fasi di forte esplosività, Il più singolare è sicuramente il Grimsvotn, vulcano subglaciale (al disotto di un ghiacciaio) posizionato esattamente al centro del grande Vatnajokull. La caldera, profonda 500 metri e ampia 35 chilometri quadrati, contiene un lago completamente ghiacciato. Lì sotto, le solfatare di Grimsvotn, continuamente in attività, sciolgono il fondo del lago: le acque residue si accumulano traboccando in media ogni cinque anni e provocando inondazioni spettacolari e altamente distruttive con un flusso d’ acqua di diecimila metri cubi al secondo. Infatti le eruzioni sub-glaciali hanno come primo effetto quello di creare, tra il vulcano ed il ghiaccio sovrastante, un lago sub-glaciale originato dalla fusione del ghiaccio prodotta dall’intenso flusso termico proveniente dal vulcano. Se poi si verifica un forte aumento della pressione tale da rompere parte della massa di ghiaccio che ricopre il vulcano (o se tutto il ghiaccio sovrastante collassa a causa dell’eruzione), l’acqua del lago viene spinta improvvisamente fuori dagli argini provocando improvvise e devastanti inondazioni.

Nel 1918 Katla, un altro vulcano subglaciale che sta alle spalle di Vik, ebbe un’eruzione che durò due giorni, durante la quale scaricò duecentomila metri cubi d’acqua al secondo.

Oltre ai vulcani subglaciali, sono presenti in Islanda praticamente tutti gli altri tipi di vulcano esistenti al mondo. Hekla, il più famoso vulcano islandese, è ritenuto un vulcano a scudo.
Una delle sue più grandi eruzioni cominciò l’ 11 luglio del 1300 e durò circa dodici mesi, con esplosioni che si sentivano in ogni parte dell’ isola, mentre la terra era percorsa da violenti terremoti.
Un’ altra eruzione famosa iniziò alle sei del mattino del 30 marzo 1947 e terminò nel tardo aprile dell’anno successivo.
Dopo una serie di terribili scosse di terremoto la montagna, che era ancora coperta dalla neve invernale, si spaccò in due longitudinalmente per l’ apertura di un cratere lineare lungo cinque chilometri. Un’ora più tardi, la nube di ceneri effusive emessa dal vulcano, aveva raggiunto un’altezza di trenta chilometri. Quando le eruzioni cessarono, l’anidride carbonica fuoriuscita, scivolò nelle valli uccidendo molti animali.

La più famosa eruzione d’ Islanda, comunque, è senza dubbio quella avvenuta nel 1783 a causa di un vulcano lineare, il Lakagigar. Su una frattura di 16 chilometri di lunghezza si aprirono 22 bocche eruttive e da queste ebbe luogo una colata che alla fine risultò lunga 80 chilometri.

Eyjafjöll, la Montagna delle Isole

Altezza: 1666m s.l.m.
Area: 78km²
Ultima eruzione: aprile 2010
Caldera: 2500m

si trova ad ovest di vulcano Kalta ed ha eruttato frequentemente negli ultimi 10.000 anni.

E’ uno stratovulcano composto da diversi strati di lava, cenere vulcanica solidificata, e rocce espulse durante le numerosi eruzioni vulcaniche (è inoltre ricoperto da un enorme ghiacciaio).

A fine dicembre 2009, questo “gigante” iniziò a dare i primi segni di irrequietezza, che si manifestarono con una serie di scosse sismiche “leggere” (1-2 gradi della scala Richter). I geofisici monitorarono un innalzamento di circa tre centimetri della crosta terrestre, segno inequivocabile che era in corso la risalita di magma. Il 20 marzo 2010, dopo 187 anni, si è verificata una nuova eruzione dell’Eyjafjöll che ha causato l’evacuazione di circa 600 persone.
Il 15 aprile la presenza di una nube di cenere vulcaica emessa dal vulcano ha portato alla chiusura degli spazi aerei e di vari aeroporti di alcuni paesi dell’Europa centro-settentrionale.

Il fenomeno fu prodotto dalla combinazione dell’eruzione di lava incandescente con la presenza di un ghiacciaio, l’impronunciabile Eyjafjallajökull, proprio sopra il cratere attivo. Ghiaccio e lava insieme crearono una gigantesca nube di vapore che si alzò nel cielo per chilometri e cominciò a spostarsi nell’atmosfera portando con sé particelle che avrebbero potuto mettere a rischio gli aerei. Le persone che vivevano intorno al vulcano furono evacuate, anche per evitare il pericolo di inondazioni causate dal ghiaccio fuso. La nube di cenere arrivò fino all’Italia settentrionale

Hekla, la Porta dell’Inferno

Ultima eruzione: 26 febbraio 2000

Altezza:1.488m

Prominenza: 796m

Prima ascesa: 20 giugno 1750

Catena Montuosa: Altopiani d’Islanda

È il vulcano più noto d’Islanda che fa parte del sistema vulcanico Grimsvotn; nel Medioevo era ritenuto la porta dell’inferno. Si trova al centro della frattura che da sud ovest a nord est segna l’Islanda ed è molto attivo: nell’ultimo millennio sono state censite una ventina di eruzioni, dalla prima rilevata nel 1104 alla più recente nel 2000.

Il suo nome significa “incappucciato” e deriva dal fatto che la cima del vulcano è quasi sempre coperta da nubi.

La maggior parte delle colate di lava provengono dalla Heklugjà, detta anche “fessura dell’Hekla” che si estende per circa 5.5 km di lunghezza. I magmi che alimentano l’Hekla sono unici in Islanda e sono simili ai magmi alcalini presenti lungo i piani di subduzionne.

Dal punto di vista tettonico, il vulcano Hekla è posto lungo un margine divergente che segna l’allontanamento della Placca Euro-Asiatica dalla Placca Nord Americana.

Dopo circa 9 anni di quiete, il 26 Febbraio 2000, il più famoso vulcano d’Islanda l’Hekla erutta alle ore 18.19 GMT. L’attività eruttiva è preceduta, già alle ore 17.00, da una moderata attività sismica. L’eruzione viene contornata da lampi e tuoni causati dallo scontro tra alta temperatura dei vapori emessi con l’aria fredda circostante. L’eruzione avviene sul fianco del vulcano da una fessura del terreno lunga circa 6 km con fontane di cenere incandescente, lapilli e un’abbondante emissione di lava. Il manto bianco di ghiaccio e neve si scioglie in nuvole di vapore lungo il percorso del flusso lavico, i ghiacciai circostanti si anneriscono di cenere rendendo l’ambiente meno glaciale. Dalla fenditura eruttiva si eleva in cielo una colonna di vapore rosa alta sino a circa 15 km. La zona intorno al vulcano è disabitata non vi alcun pericolo alle persone, le autorità avvertono eventuali turisti o escursionisti a stare lontani dalla zona delle attività. L’eruzione resta intensa e spettacolare durante la notte: una discontinua cortina di fuoco viene emessa per diverse ore.

Katla

Il Katla è un grande vulcano dell’Islanda, importante sia per le sue dimensioni che per l’intensità delle sue eruzioni. È localizzato nel sud del paese al di sotto del ghiacciaio Myrdalsjokull, la sua ultima eruzione avvenne nel 1918. La sua caldera ha il diametro di circa 10 km ed erutta con una cadenza variabile tra i 13 e gli 80 anni, l’eventuale nuovo fenomeno è perciò piuttosto in ritardo e il cratere risulta costantemente monitorato. A partire dall’anno 920 si sono avute 17 eruzioni documentate. Spesso il Katla è catalogato erroneamente come Supervulcano per la presenza di una caldera alla sommità dell’edificio vulcanico, tuttavia rientra nella fascia delle caldere vulcaniche le cui eruzioni possono essere di carattere Pliniano o Ultra Pliniano. A rendere ancora più particolare la situazione del Katla è il fatto che si tratta di un vulcano sub-glaciale ricoperto da un ghiacciaio che arriva ad avere uno spessore di 600 m al di sopra di esso. Le improvvise inondazioni dei fiumi determinate dalle eruzioni che sciolgono i ghiacci sovrastanti.

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