Il seminario di Muro Lucano

veduta panoramica

Il seminario di Muro Lucano nacque in seguito al Concilio di Trento, con lo scopo di adempire degli ordinamenti conciliari riguardanti l’istruzione del clero e la definizione di alcune dottrine cristiane. Secondo il “Bollario I della Curia Vescovile”, Monsignor Filesio de Cittadinis, impose una tassa su tutti i benefici ecclesiastici al fine di creare dei posti gratuiti per alcuni alunni del Collegio. Lo stesso vescovo unì al Seminario dei benefici ecclesiastici esistenti in Muro.
Durante i secoli l’organizzazione e il potenziamento del seminario veniva svolto esclusivamente dai vescovi, che lamentavano la povertà dei redditi. Durante l’episcopato di Mons. Carlo Coppola si ammettevano fanciulli di almeno 12 anni compiuti, di nascita legittima e di buoni costumi.

panoramica all'entrata
Entrata del Seminario di Muro Lucano

Per volere della Contessa Giovanna Tolfa Frangipani fu eretta all’interno del seminario una cappella dedicata a San Gregorio Nazianzeno; al suo interno, è presente un altare in marmo rosso di stile tardo-barocco risalente alla prima metà del XVIII secolo.
Durante il dominio del vescovo Giovanni Innocenzo Carusio, il Seminario non fu aperto e la maggior parte delle rendite vennero affidate al Duca di Vietri e al Duca di Gravina.
Nel 1737 il Vescovo Manfredi fece restaurare la cappella di San Gregorio e ampliò l’istituto aumentando le entrate. Divise, inoltre il Seminario in scuole di Filosofia, di Rettorica, di Teologia e di Grammatica, e lo fornì di regole. Per essere ammessi al Seminario occorreva esibire la fede del battesimo e i ragazzi non dovevano avere più di dodici anni.

In particolare:
• Erano ammessi agli studi anche i laici, affinchè si vestissero come i seminaristi;
• Tutti dovevano indossare l’abito talare, ovvero una sottoveste di seta bluastra arricchita da bottoni rossi;
• Per essere ammessi occorreva rivolgere supplica al Vescovo;
• Colui che veniva ammesso all’Istituto, doveva svolgere per dieci giorni degli esercizi spirituali;
• Era vietato l’ingresso ai “malsani“, perchè con la crescita avrebbero potuto portare pregiudizi al Seminario;
• Il canone dei chierici era di 25 ducati annui;
• All’ammissione di un nuovo alunno, tutti i Seminaristi dovevano recarsi nella cappella di San Gregorio;
• I seminaristi di età superiore ai 15 anni stavano nel dormitorio intitolato all’Assunta, quelli di età inferiore in quello dedicato a San Pietro;
• Era vietato ai seminaristi di stringere legami di amicizia forti con alcuni e di meno con altri. Non doveva esistere differenza fra i seminaristi ma dovevano avere un rapporto interpersonale ugualitario, e inoltre era vietato lo scambio di doni;
• Le visite da parte dei parenti erano ammesse, purchè il tutto avvenisse davanti alla porta e che il seminarista fosse accompagnato da un superiore;
Era vietato parlare quando si percorrevano le strade della città;
• Ogni sabato i Maestri avevano l’obbligo di riepilogare quanto avevano insegnato nella settimana, e non si doveva passare oltre se gli scolari non erano bene addottrinati negli insegnamenti passati;
• Il porre in ordine il Refettorio era compito degli stessi seminaristi;
• Durante il pranzo si faceva la lettura di libri spirituali; la domenica si leggeva il Vangelo, il giovedì un capitolo di Galateo;
• Era proibito severamente ai seminaristi di tenere nelle casse roba commestibile;
• Ciascun seminarista non poteva avere più di mezza caraffa di vino a pranzo e a cena;
• Monsignor Manfredi, seguendo Sant’Agostino, voleva che i seminaristi avessero le loro ricreazioni dopo il pranzo e dopo la cena;
• Le vacanze duravano dal 29 settembre al 28 ottobre e i seminaristi però dovevano, al ritorno in seminario, essere accompagnati da una relazione dell’arciprete circa la condotta tenuta nelle vacanze;
• Tutte le volte che i seminaristi andavano a letto avevano il dovere di fare l’esame di coscienza;
• Era prescritta la massima pulizia delle vesti e della persona, ma anche degli ambienti;
• Il seminario non aveva infermeria e si consigliava alle famiglie di ritirare in casa i seminaristi ammalati;

Bibliografia
• Chiara Ponte, Muro Lucano: storia, arte, cultura: dalle origini al XXI secolo, Frabosa Sottana, 2014, pp. 205-217

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